Tra le attività peculiari delle Dolomiti riguardano lo scii e l’alpinismo. Ma facendo una bella escursione a piedi, tra i paesaggi alpini meravigliosi è possibile notare una gran varietà di fauna. Camosci, Cervi ma soprattutto Stambecchi, animali intelligenti che godono di grandissima abilità nell’arrampicarsi sulle rocce anche in spazi notevolmente ridotti. Questa capacità è dovuta alla conformazione dei loro zoccoli, con uno sperone nella parte posteriore e la parte anteriore appuntita.
Cos’è lo stambecco?
Lo stambecco è un mammifero appartenente alla sottofamiglia dei Caprini. Il suo habitat naturale è caratterizzato dall’altitudine e dalla conformazione rocciosa dell’ambiente.
Esso è un bovide di grandissime dimensioni dotato di lunghe corna arcuate e nodose che possono arrivare: nelle femmine sui 30-35 cm mentre, nel maschio possono arrivare anche al metro di lunghezza.Le corna bloccano la loro crescita sempre a novembre e, quando ricomincia a crescere, forma degli anelli. Per risalire all’età dell’esemplare bisogna contare i cerchi, un po’ come gli alberi.
Il manto peloso assume diverse caratteristiche a seconda del periodo dell’anno:
- d’estate ha un manto più corto e di un colore molto più chiaro, che si avvicina al grigio;
- in autunno subiscono la prima muta. La peluria estiva cade lentamente e gli esemplari si grattano contro le superfici rocciose per velocizzare il processo di caduta. Al suo posto compare una peluria più lunga per proteggerli dall’inverno mentre la tonalità è più scura per poter proteggere l’animale dai raggi solari
Lo stambecco è un animale erbivoro, può arrivare a mangiare circa 15 chili di erba al giorno. La specie vegetali per cui questi animali vanno ghiotti sono i germogli di: ginepro, rododendro ma anche di muschi e licheni. Il suo organismo richiede un notevole apporto di sodio ed è per questo che sono sempre alla ricerca di sale.
Bevono poco, si accontentano della rugiada mattutina.
Curiosità su questi animali
Dal punto di vista storico, la curiosità che più interessa le persone è quella che riguarda la sua mancata estinzione. Questi animali sono salvi grazie alla famiglia reale Savoia, in particolar modo di Vittorio Emanuele II che decise di riporre gli esemplari rimasti, nella propria riserva personale di caccia nel 1856. Essa era situata in Valsavarenche ed era protetta dai guardiacaccia che si assicuravano che altri cacciatori non si avvicinassero.
Un’altra particolarità degli stambecchi è che nascono già con l’abilità nello scalare pareti rocciose. I cuccioli appena nati, infatti, sono già in grado di camminare da soli sin da subito ma anche di arrampicarsi sulle montagne.
Dove e quando fotografare gli stambecchi
Con le prime nevicate ad alta quota, gli stambecchi scendono più a valle e cercano gli ultimi assaggi di erbetta fresca per poter affrontare l’inverno. Ed è proprio in questo periodo dell’anno che è possibile trovare e fotografare queste specie animali. La presenza è possibile notarla dal rumore sordo che lo scontro fra corna di stambecchi provoca. Questi caprini imparano ad utilizzarle già da piccoli, mentre giocano e da adulti i maschi utilizzano questa pratica per stabilire l’ordine o il diritto di accoppiamento.
In genere, le femmine sono più schive ed hanno il compito di accudire i cuccioli finché non sono non raggiungo un grado di indipendenza tale per cui possano vivere da soli.
Per quanto riguarda l’attrezzatura, il consiglio che ti do è quello di utilizzare un obiettivo focale che superi i 300 mm abbinandoci un duplicatore focale tipo 1,4 o 2x. A causa della limitata profondità di campo di questo teleobiettivo, non ti consente di mettere a fuoco più soggetti. Una soluzione potrebbe essere una maggiore apertura del diaframma ma, avendo tempi di otturazione più lunghi, il rischio di trovarsi delle foto con rischio effetto miopia è molto alto.
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