8 Ottobre 2024

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Malocclusione di seconda classe: cos’è e trattamento

In ambito ortodontico, la malocclusione è uno scorretto allineamento dei denti delle due arcate. Si tratta di una condizione che accomuna un’elevata percentuale di pazienti e che può avere importanti conseguenze estetiche e funzionali. L’intervento dell’ortodontista è fondamentale specialmente durante l’età dello sviluppo, in quanto è proprio in quel periodo che è più facile riequilibrare la struttura delle arcate. I rischi di una malocclusione trascurata sono molteplici, dato che gli effetti negativi del morso non allineato possono ripercuotersi su tutto l’organismo. Intervenire su un adulto è inoltre generalmente più difficile perché le arcate hanno assunto la loro fisionomia definitiva, ma l’ortodonzia contemporanea garantisce comunque una serie di trattamenti specifici in grado di restituire al paziente un sorriso armonioso. Ne abbiamo parlato insieme a DENS che svolge la sua attività come dentista a Como.

Malocclusione di seconda classe: cos’è e sintomi

Non tutte le malocclusioni sono uguali. Esse vengono suddivise in tre classi, a seconda dell’allineamento delle arcate e dello stato di mascella e mandibola. In particolare:

  • Per malocclusione di prima classe si intende un morso lievemente anormale, in cui l’arcata superiore sovrasta di poco quella inferiore. Mascella e mandibola presentano inoltre un posizionamento corretto, per cui la condizione rimane spesso asintomatica;
  • La malocclusione di seconda classe è anche detta retrognatismo e si verifica quando l’arcata superiore sporge di molto rispetto a quella inferiore;
  • Con le malocclusioni di terza classe, conosciute anche come prognatismo, si ha invece una protrusione dell’arcata inferiore rispetto la superiore. Si tratta della tipologia di malocclusione più grave e che può dar vita a una sintomatologia più ampia.

Fra le tre classi, la seconda è quella più comune, riscontrata nel 40% dei pazienti affetti da tale condizione. Essa può essere determinata sia dalla dislocazione di uno o più denti (malocclusione dentale), che dal disallineamento tra la mandibola e la mascella superiore (malocclusione scheletrica). I sintomi di una malocclusione di seconda classe sono molteplici, e riscontrabili sin dalla tenera età. Un bambino può infatti manifestare difficoltà a masticare, deglutire e parlare. I suoi denti saranno inoltre più fragili, essendo più esposti a usura precoce e ad altre patologie, come ad esempio la carie. Negli adulti una malocclusione può anche provocare dolori articolari e cervicali, oltre a frequenti emicranie, acufeni, vertigini e ronzii. Nei casi più gravi possono verificarsi anche ripercussioni sulla colonna vertebrale, tra cui cifosi e problemi posturali.

Malocclusione di seconda classe: trattamento

La fase diagnostica è cruciale nel trattamento di una malocclusione di seconda classe. Le cause del disturbo possono essere diverse, ma la componente genetica svolge un ruolo fondamentale ed è il fattore esclusivo nei casi in cui il problema è di natura scheletrica. Specialmente nei pazienti più piccoli altrettanto rilievo hanno cattive abitudini quali ad esempio un utilizzo del ciuccio eccessivamente prolungato o una suzione del pollice troppo frequente. Il disallineamento delle arcate può inoltre essere accentuato da problemi nella deglutizione, da uno scorretto posizionamento della lingua o da traumi facciali. Una volta identificata la causa è possibile stabilire il trattamento, che è anche fortemente influenzato dall’età del paziente. La valutazione dell’ortodontista può includere:

  • Impronte dentali
  • Valutazioni della postura
  • Analisi della masticazione
  • Radiografia

Il trattamento più comune ed efficace per una malocclusione di seconda classe in età preadolescenziale è senza dubbio un apparecchio ortodontico fisso o mobile. Tali dispositivi, insieme ad una correzione delle eventuali abitudini scorrette, costituiscono un supporto decisivo alla corretta crescita di mandibola, mascella e arcate. Più complesso invece è l’intervento sul paziente adulto, dal momento che il suo sviluppo osseo è ormai terminato. In questo caso può pertanto rendersi necessaria una terapia che combina ortodonzia e chirurgia. È ad esempio frequente rimuovere uno o più denti per ridurre il sovraffollamento dentale tipico di una malocclusione di seconda classe e restituire al morso la sua corretta funzionalità. Leggi anche l’articolo: Le spiagge più romantiche d’Italia: luoghi perfetti per una fuga di coppia