27 Luglio 2024

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La cucina tipica abruzzese vista da vicino

La cucina tipica abruzzese vista da vicino

L’Abruzzo, regione ricca di tesori paesaggistici e culturali nasconde bellezze anche culinarie, da scoprire non solo per il loro sapore ma anche per la loro storia.

Il successo della cucina abruzzese è dato prima di tutto dalla qualità dei prodotti locali, tra cui spiccano formaggi, pesce, vini, verdure, salumi e carni varie.

Arrosticini – Gli spiedini di carne più buoni d’Italia

Primi fra tutti i piatti tipici dell’Abruzzo, non possiamo che nominare i gettonatissimi spiedini di carne ovina, ovvero gli originali abruzzesi arrosticini di pecora, che per gli autoctoni sono conosciuti come le “rustelle” (rustell). L’Abruzzo, reduce di un’enorme vocazione pastorale passata, ha sempre avuto un congruo consumo di carne ovina. Il luogo d’origine degli arrosticini è spesso ricondotto alla parte sud-est del Gran Sasso, al confine con Teramo e Pescara. Si narra che in questa zona, tantissimi anni fa, dei pastori in preda alla fame si ritrovarono a tagliare della carne di pecora in tanti piccoli pezzi, in modo da creare dei pasti carnivori d’emergenza. Ad oggi il consumo avviene in maniera abbondante in tutto il territorio abruzzese, fino a diramarsi nelle regioni limitrofe.

Sempre secondo la tradizione pastorale, gli arrosticini abruzzesi sono composti esclusivamente da carne di pecora giovane, che in dialetto viene chiamata “ciavarra” oppure di montone castrato.

La forma dei pezzetti di carne è solitamente cubica, con lati da 1cm circa, infilati su uno spiedino di legno di betulla o bamboo, lungo almeno 15/20 cm. Chi ama invece le versioni più grossolane, può optare per tocchi di carne irregolari, magari alternando carne magra a pezzi di grasso. Quest’ultimo ha il compito di rendere la carne più golosa e aromatizzata.

La cottura può avvenire su griglie classiche o elettriche, le prime sono le più quotate, in quanto garantiscono una cottura alla brace decisamente migliore.

Negli ultimi anni, nella zona di Val Pescara, si stanno diffondendo anche gli spiedini a base di fegato, da non ritenere ovviamente come versione ufficiale della regione Abruzzo.

Ferratelle – La cucina abruzzese passa anche dal dolce

Le ferratelle sono senza ombra di dubbio il dolce dell’Abruzzo, perfette a colazione, a merenda o a fine pasto per godersi un momento goloso. Le ferratelle, conosciute anche come cancelle e pizzelle, possono essere sia morbide che secche, arrotolate o meno e consistono in cialde di biscotto, realizzate con un composto a base di farina, zucchero e uova. La cottura avviene dentro piastre di ferro o di ghisa, con trame lavorate che riproducono una serie di quadretti o rombi. Possono essere consumate in variati modi, ovvero farcite con confetture, marmellate o altre creme dolci.

La loro origine risale al periodo dei romani, i quali erano soliti realizzare dei dolci similari, con il nome di “crustulum”, che le donne portavano in dote ai mariti.

Virtù Teramane – Molto di più di un semplice minestrone

Il giorno del primo maggio, in Abruzzo, si è soliti mangiare un minestrone molto ricco, chiamato “Virtù teramane”. In periodi antichi nessun alimentano veniva sprecato, pertanto si era soliti unire tutti i prodotti della terra, anche gli avanzi, per preparare minestroni pieni di sapori, succulenti sia al palato che alla vista. A questo preparato venivano poi aggiunti tutti gli scarti della carne, in modo da donare al composto ancora più sapore. Nella zona del Teramano questa ricca zuppa di carne e verdure è tutt’oggi un pasto fisso sulle tavole, perfetta nelle giornate fredde d’inverno o servita fredda nei mesi più caldi.

Ecco quindi che la cucina abruzzese vanta pietanze di ogni tipo, perfette per soddisfare anche i palati più esigenti. Ancora una volta, l’Italia, vanta un territorio meritevole di essere visitato almeno una volta nella vita.